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Autore: Roberto Todero Anno: 2020 Formato: 15x21 cm. Pagine: 136 Numero illustrazioni: 125 Stampa interno: Bianco e nero Copertina: Colore, brossura con alette Prezzo: Euro 15,00 Lingua: Italiano ISBN: 88 6803 270 8 ACQUISTA |
Patriae ac Humanitati Mario Slavich, un triestino Le fotografie scattate e raccontate da Mario Slavich con una serie di brevi ma esaurienti didascalie hanno permesso al curatore del volume di seguire le sue tracce sia con una lunga e non sempre facile ricerca negli archivi di Trieste e Vienna sia muovendosi sul terreno stesso che lo vide protagonista. Arruolato nel 1914 venne inquadrato a fine del 1914 come soldato della Sanità della Leva di Massa con i distintivi da Volontario per un Anno nell’Imperiale e Regio 9° reparto della Sanità, il cui comando era in via Fabio Severo, nell’Ospedale militare che è oggi divenuto un Campus universitario. Arrivato a Celje nel 1916 ebbe la nomina ad Alfiere. Fu attivo sempre come soldato della Sanità in più luoghi per venir poi inserito in un reparto d’elite: il 1° Reggimento Gebirgsschützen, un reparto equipaggiato e addestrato per la guerra di montagna che Slavich seguì al fronte del Carso, vivendo la decima e l’undicesima battaglia dell’Isonzo tra il posto di Primo Soccorso di Martinuci e la caverna Hindenburg, ai piedi del Faiti, ben riparata dalla quota 113 e posta lungo un sentiero di collegamento che porta alla località di Ozreni. La caverna è ancora ben riconoscibile così come il sentiero che segue una gola fangosa e che è stato parzialmente e grezzamente lastricato dai soldati. Dal Carso Mario Slavich seguì le sorti del reggimento fino al Piave dove si distinse, come già sul Faiti, per il suo impegno umanitario mettendo a rischio la propria stessa vita, anche nella battaglia di Zenson del novembre 1917 prendendo parte al forzamento del fiume. Le sue tracce si perdono con la nomina del 1 febbraio 1918 a Sottotenente della Sanità. Gli ultimi dati disponibili per quanto riguarda il servizio militare lo collocano a Marburg (Maribor SLO). |
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