Il sogno adriatico
Un suggestivo viaggio dentro tre secoli di supremazia sul mare che Trieste sta riscoprendo
La storia dell’Adriatico è più affascinante di una leggenda. Questo libro è solo una goccia nel mare, ma bagna più secoli e tocca tante terre. Apre squarci su aspetti misteriosi: dov’è finita la spada dell’ammiraglio Wilhelm Freiherr von Tegetthoff, eroe di Lissa, rubata nel 1918 dal Museo Navale di Pola? Aveva una doppia vita il Barone Revoltella e c’entra con il suicidio del suo amico von Bruck, il ministro triestino di Francesco Giuseppe? Come mai sono finiti a Trieste i documenti più scottanti sul Canale di Suez?Cosa c’è dietro la fine del barone von Hütterott, a capo dei cantieri navali triestini, inabissatosi come la corazzata Viribus Unitis, nave ammiraglia della i.r. Marina Austro-Ungarica? Dopo il tramonto della Serenissima (a proposito dove si cela l’ultimo Gonfalone con il leone di San Marco?) è a Trieste che vengono costruite le unità più prestigiose. Sono le navi del Lloyd Austriaco e poi del Lloyd Triestino a dominare i mari: sfidano i vascelli della Mezzaluna, “colonizzano” Cina e Giappone, portano Gandhi dall’Italia all’India. Di tutto questo, tra indomiti capitani antichi e moderni, pirati di ieri che diventano passeur o contrabbandieri a servizio di grandi finanzieri, qualcosa rimane: si riprendono vecchi obiettivi e riallacciano collegamenti storici. Nell’Ottocento, e questo volume mette in evidenza come, fu la banca viennese della famiglia Rothschild a proiettare Trieste nel mondo. Ci sono oggi i grandi finanziatori mondiali che credono nel suo genio e nelle sue potenzialità? |