La peste e i lazzaretti di Trieste
La peste, che ha perversato in Europa per centinaia d’anni, causando disastri senza eguali, è sempre stata, a ragione, potendo portare a morte anche la metà delle popolazioni colpite, sinonimo di malattia mortale e come tale causa di terrore e panico tra la popolazione. Di fronte a una malattia di cui non si sapeva la causa, le modalità di diffusione e soprattutto l’adeguata terapia, l’unico rimedio allora conosciuto era quello di isolare le persone infette. Dopo un periodo di circa quaranta giorni, quelle che sopravvivevano erano considerate sicuramente non più infette o sopravvissute. Non è un caso che il primo lazzaretto sia stato aperto a Venezia, nel 1423, allora città al centro d’intensi scambi economici con tutto il mondo, che più delle altre soffrì pesantemente per i devastanti danni sulle sue attività commerciali. Da qui, i lazzaretti si diffusero a macchia d’olio in tutto il Mediterraneo, quale unico baluardo valido a contrastare il letale e incurabile morbo. Man mano che le conoscenze mediche si affinavano, i lazzaretti si sono nel tempo continuamente evoluti e migliorati. La storia di questi stabilimenti, in particolar modo quelli della città di Trieste, ci permette di seguire lo sviluppo non solo nei loro diversi aspetti sanitari e organizzativi, ma anche urbanistici, architettonici e storici. |