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Autore: Edda Vidiz Anno: 2014 Formato: 20x27 cm. Pagine: 424 Numero illustrazioni: Oltre 500 Stampa interno: Bianco e nero, colore Copertina: Colore, brossura Prezzo: Euro 29,00 Lingua: Italiano ISBN: 88 6803 074 2 ACQUISTA |
Maximiliano L'Imperatore Il mito è la sublimazione della storia: occorre conoscere la storia per comprendere il mito. Eppure sembra che l’esposizione ragionata e cronologica dei fatti, le biografie dei personaggi e la descrizione del contesto ambientale neghino il mito relegandolo in una forma di favola bella da conservare nella memoria delle generazioni. Ritengo che il lavoro di Edda Vidiz su Massimiliano d’Asburgo corregga in gran parte questo punto di vista. Siamo qui in presenza di un serio lavoro di ricostruzione e basta dare un’occhiata alla bibliografia, anche quella “minore” sparsa nelle note alla fine di ogni capitolo, per rendersi conto della mole di materiale consultato ed utilizzato con intelligenza, senza privilegiare una fonte rispetto alle altre, senza, soprattutto, accompagnare l’esposizione con quel giudizio personale che sottrae alla realtà dei fatti la loro immediata, a volte tragica, potenza. Le illustrazioni, numerosissime, tratte da opere, stampe e fotografie coeve, sono proprio tali: illustrano, ossia mostrano con vivezza ed immediatezza personaggi e fatti, navi, edifici, panorami, attimi di vita, momenti drammatici. Esse accompagnano il lettore anno dopo anno e, come in un film al rallentatore, vediamo il Protagonista crescere, maturare, volgersi alla fine circondato da quell’atmosfera ottocentesca carica di romanticismo e tragedia. E con lui tutti i principali attori e le comparse in un teatro che vorremmo sempre a scena aperta: per non dimenticare. L’Autrice ricostruisce rigorosamente la biografia di Massimiliano ma anche di chi gli era vicino a partire dall’infelice Carlotta, e pure dai tanti personaggi che non sono mere comparse del dramma ma, spesso, co-protagonisti operanti nel vivo dell’azione con scelte discutibili o ammirabili, vivi di quella vita che solo le autobiografie, la cronaca o la corrispondenza sanno trasmettere. Perché, infatti, nello scorrere degli eventi ricostruiti, emergono in questo libro, come oasi nell’aridità dell’esposizione storica, lettere e annotazioni personali alle quali possiamo dissetare il nostro desiderio di umanità. Tanti sono gli attori del dramma, tanti che Edda ha dovuto aggiungere, alla fine della sua opera, una sorta di enciclopedia di biografie dove ritroveremo i nomi letti nella nostra storia e li conosceremo più da vicino, sempre con dati scrupolosamente esatti, come vuole la scienza storiografica. E in questo libro c’è tanta umanità dispiegata in tutto il suo variegato arcobaleno di sentimenti, di meschinità e di gloria. Ognuno di noi può quindi riappropriarsi di quel passato come se l’avesse vivo davanti agli occhi, come se ne fosse testimone, per dare il giudizio che la sua ragione, o il suo sentimento, gli dettano oppure per rivivere il mito al quale i nostri nonni alzavano gli occhi ogni volta che dall’azzurro del mare vedevano sorgere, come un sogno, le bianche mura di Miramar.
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